Venerdì scorso con i colleghi della Prima e Quinta commissione consiliare e il Garante regionale dei detenuti Giuseppe Fanfani abbiamo visitato il carcere di Volterra.
Abbiamo trovato un ottimo esempio di sinergia tra amministrazione penitenziaria e enti territoriali, che fa del carcere una struttura viva del territorio e non un’area separata.
Ai detenuti vengono proposte continue e rinnovate occasioni di inserimento esterno: un elevato numero di programmi di trattamento insieme ai corsi scolastici di vario indirizzo superiore, la scuola di cucina, il reparto sartoria, dove ci hanno mostrato alcuni dei prodotti realizzati come borse, mantelli e cuscini e l’Orto urbano della Fortezza Medicea con 12 detenuti impiegati.
E poi l’ultra trentennale esperienza teatrale della Compagnia della Fortezza una struttura teatrale stabile in carcere.
La prima al mondo di questo tipo. Nelle scorse settimane, per premiare questa straordinaria esperienza, è stato consegnato il Gonfalone d’argento ad Armando Punzo e alla Compagnia della Fortezza.
Punzo che è il direttore l’anima del progetto, ci ha accompagnato nella visita al teatro e ha ripercorso la storia, i contenuti e le attività messe in campo con la proiezione di un interessante cortometraggio.
Volterra è davvero la testimonianza che il detenuto è prima di tutto individuo, con i propri diritti e la propria personalità, che non devono venir meno neppure nella detenzione.
Un carcere modello, che da istituto di pena si è trasformato anche in istituto di cultura.