Ci siamo. Torna l’ora legale.
Al cambio manca appena una settimana. Nella notte tra sabato 27 marzo e domenica 28 marzo 2021, le lancette di tutti gli orologi andranno spostate in avanti, dalle 2 alle 3. Inutile dire che ormai la tecnologia fa tutto in automatico per cui solo coloro che utilizzano orologi da polso o hanno orologi alle pareti dovranno ricordarsi di “aggiornare” i loro dispositivi al nuovo orario.

𝗨𝗻 𝗽𝗼’ 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮
Secondo molti storici il primo ad aver teorizzato l’ora legale è stato un biologo, George Vernon Hudson, che già nel 1895, alla Royal Society della Nuova Zelanda, propose di spostare le lancette dell’orologio in avanti per godere di un po’ di luce in più durante il periodo estivo. Nel 1907 fu un costruttore inglese, William Willet, a proporre l’introduzione dell’ora legale come soluzione alla crisi energetica europea durante la Prima guerra mondiale. La Camera dei Comuni di Londra diede il via libera nel 1916 e nel giro di qualche mese molti altri Paesi si accodarono.
In Italia l’ora legale venne introdotta per la prima volta proprio nello stesso anno. Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda Guerra mondiale. In seguito è stata più volte sospesa, fino a tornare definitivamente in vigore nel 1966.

𝗟’𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀
Nel 2019 il Parlamento europeo aveva votato una risoluzione che prevedeva la fine del cambio di orario lasciando però agli Stati membri dell’Unione il diritto di decidere il da farsi. L’Italia ha scelto di lasciare le cose inalterate e dunque, per due volte all’anno, ci sarà il passaggio da ora solare a legale e viceversa.
Francia, Germania, Finlandia, Lituania, Svezia ed Estonia hanno abolito l’ora legale, pertanto con questi paesi subiremo un piccolo fuso orario
A generare una contrapposizione tra le decisioni dei vari Stati è principalmente la differenza di latitudine tra i Paesi del Sud e quelli del Nord, i quali non gioverebbero del risparmio energetico generato dal cambio ora in quanto, a causa della vicinanza al Polo, le giornate estive sono decisamente più lunghe rispetto all’area mediterranea.
Ciò rende ininfluente quel guadagno di luce che fa invece la differenza in altre aree geografiche. A queste ragioni si aggiunge la teoria che il cambio dell’ora influisca in maniera poco positiva sulla salute.